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Tutto quello che vuoi - Recensione

  • Leonardo Bergonzoni
  • 30 mag 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Tutto quello che vuoi - Recensione

In un bar della periferia romana, quattro ragazzi ammazzano il tempo bevendo, fumando e parlando di ragazze finché un motorino non gli passa davanti “mancando loro di rispetto”. Neanche a dirlo mollano tutto e partono per rincorrerlo con “aòh”, ahmvedi ‘sti stronzi” e “daje” come sottofondo musicale (linea guida, questa del gergo romano, un po’ di tutto il film).


L’inseguimento si conclude con l’arresto di uno dei ragazzi, Alessandro, e al suo rilascio vediamo che non è che abbia proprio una vita facile: la madre non c’è, il padre è quello che si definirebbe un “coatto” che vive con una donna slava e che vuole bene a suo figlio a modo suo tanto da rimediargli uno strano lavoretto: accompagnare in giro per la città “per far du spicci” un vecchio poeta ottantenne con un principio di alzheimer.


L’idea di questa pellicola, così come la sua realizzazione, è molto interessante e sia Andrea Carpenzano, Alessandro, che Giuliano Montaldo, Giorgio, l’anziano signore, sono perfettamente cuciti per quelle parti e anche solo visivamente, l’uno accanto all’altro seduti al parco, fanno sorridere e provocano un’inspiegabile simpatia.


Il film, quindi, è in tutto e per tutto fatto molto bene, anche perché rappresentare con un senso e senza strafare l’incontro tra due generazioni così diverse non è affatto semplice e Francesco Bruni, che del film è sia regista che sceneggiatore, ci riesce in modo straordinario. Si ha l’impressione che conosca molto bene questi due modi di vivere probabilmente perché ne è l’anello di congiunzione e magari perché, per quanto riguarda la più giovane generazione, è aiutato dal figlio (Arturo Bruni, per alcuni noto come Side della Dark Polo Gang), che nella vita della periferia romana è molto ben inserito e che nel film, nel ruolo di amico di Alessandro, fa anche una discreta figura.


Insomma, nonostante se ne senta poco parlare e stia passando un po’ inosservato, questo è un film molto valido che spiega parecchie cose su come funziona il mondo oggi e su come funzionava ieri quando i problemi erano tutt’altri. E ci fa capire che in fondo non è così difficile che tra questi due diversi mondi ci possa essere scambio e comunicazione.


Da annà a vedè, aoh!


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