Lasciati Andare – Recensione
- Leonardo Bergonzoni
- 29 apr 2017
- Tempo di lettura: 2 min
Lasciati Andare – Recensione
A cura di Leonardo Bergonzoni

Ingredienti per una commedia un po' diversa dal solito: un attore di altissimo livello, maestro del dramma più che della commedia, una giovane attrice spagnola e una delle più grandi promesse del cinema italiano, come non se ne vedevano da tanti anni.
Loro sono: Toni Servillo, Veronica Echegui e Luca Marinelli.
Uno psicologo svogliato con problemi familiari che vive la vita con gli occhi a mezz'asta annoiato ma con l'aria di una persona a cui, tutto sommato, questa situazione va bene, una bella, eccentrica e casinista personal trainer spagnola e un delinquente con problemi di balbuzie e memoria.
Le loro vicende, specialmente quelle dei primi due, inizialmente, si susseguono in una serie di gag non straordinarie e facilmente intuibili rese però in un qualche modo speciali dalla presenza scenica e dall'unicità degli attori nei personaggi.
Il risultato, quindi, non è quello che ci si aspetta: la commedia è inizialmente scontata, forzata e priva di quel brio e di quel senso di novità a cui questi ingredienti dovrebbero portare. Complici forse le attese derivanti dalla sperimentazione da parte di uno dei più grandi attori drammatici del nostro tempo (Toni Servillo) di un genere che non gli appartiene. Fortunatamente, però, dopo la prima metà, il film, inizia a deviare verso il puro e libero divertimento per cui si è entrati in sala.
Questa deviazione coincide con l'entrata in scena, vera e propria, del personaggio di Luca Marinelli, il tipo di attore che, se mai io avessi voluto seguire questa nobile arte, sarei voluto diventare. E' fuori dagli schemi ma non te lo fa notare, ispirerebbe simpatia anche a un cinico ed è professionale nella sua ridicolaggine. Insomma gli si vuole bene da subito e nonostante il ruolo che interpreta.
Per concludere quindi siamo di fronte ad un film che si discosta dalla solita commedia all'italiana dei nostri tempi di quel tanto che basta per essere consigliato, se non altro per vedere come Toni Servillo entra in una dimensione che non è la sua e come si rapporta con un genere da lui molto distante.
Curioso ma non eccezionale.
Comentarios