Moonlight – recensione
- Leonardo Bergonzoni
- 20 mar 2017
- Tempo di lettura: 2 min
Moonlight – recensione
A cura di Leonardo Bergonzoni

I “piccolo”:
Siamo nel ghetto di Liberty City a Miami, la violenza e la droga la fanno da padrone e un ragazzino da tutti chiamato “piccolo” scappa da un gruppo di bulli che lo inseguono. “Piccolo” è in realtà Chiron un bambino che vive con la madre Paula, più dedita alla droga che al mestiere materno.
Chiron si trova spesso a scappare dai bulli dopo scuola, e un giorno, rinchiusosi in un appartamento abbandonato, fortunatamente viene aiutato da Juan.
Il personaggio di Juan, interpretato da Mahershala Ali, che per questo ruolo vincerà l'oscar, è il primo personaggio riuscito del film: uno spacciatore solido e autoritario che diventa padre paziente e capace per Chiron, salvo poi scoprire di essere la causa della tossicodipendenza della madre Paula.
Purtroppo però la sua parte non durerà a lungo, sarà fondamentale solo per il primo atto del film. Infatti, essendo tratto da un opera teatrale, la pellicola è divisa in atti. Tre per la precisione, come le fasi della vita del protagonista e come i tre diversi nomi e soprannomi con cui verrà identificato.
II “Chiron”:
La sua vita è tutt'altro che ordinaria: il ragazzo subisce ed è vittima anche per tutta l'adolescenza. Solo pochi personaggi lo aiutano e sono dalla sua parte, uno di questi è il suo amico, e qualche volta più che amico, Kevin, il quale però, pur di stare alle crudeli regole che fanno di un ragazzino un duro, volterà le spalle allo stesso Chiron.
E' qui che la vita di Chiron svolta e lui decide di cambiare le cose ribellandosi “violentemente” al bullo che più lo ha vessato e conseguentemente venendo spedito in riformatorio lontano da Liberty City.
III “Black”:
Chiron non è più lui, in tutti i sensi. Da ragazzo magrolino diventa un bestione che fa fatica a prendere le cose dalla tasca dei pantaloni da quanti muscoli ha, e da Chiron diventa Black: sostanzialmente la copia di Juan nella vita e purtroppo nel mestiere.
Un film completo e impeccabile, veramente difficile trovare errori sia dal punto di vista registico che recitativo. L'unica pecca, se si vuole andare a cercare il pelo nell'uovo, sta nel fatto che i temi trattati, quindi omosessualità, razzismo e bullismo possono essere ormai considerati un po' banali e facili per richiamare il pubblico in quest'epoca.
In ogni caso, dispiace per La La Land che credeva di aver vinto, ma ampiamente meritato l'Oscar per il miglior film.
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