Una al giorno... 10/02/2017
- Marco Zollo
- 10 feb 2017
- Tempo di lettura: 2 min
Un al giorno...10/02/2017
A cura di Marco Zollo
1°. Un ritorno che fa sempre rumore… Depeche Mode!

Nel 2017 una delle band più influenti degli anni Ottanta ha deciso di rimettersi in pista, ancora una volta, con un nuovo e comunque autentico “Spirit”.
Infatti questo, lo possiamo confermare, è il titolo del prossimo lavoro in studio dei Depeche Mode, che uscirà il 17 marzo, tra poco più di un mese.
Cosa vi aspettate?
Personalmente, penso ci ritroveremo nelle mani un prodotto per il quale non avremmo il coraggio di criticarlo dal punto di vista delle sonorità. Da un artista ci si aspetta sempre un rinnovamento, ma in questo senso non certo dai Depeche, un marchio di fabbrica già dalla nascita. Praticamente un record di perfezione!
È vero, negli anni il gruppo ha sperimentato svariati generi musicali, passando dalla new wave al pop-rock, con incursioni nella dance e non solo. Loro però sono rimasti nel tempo per esser stati un po’ i pionieri del synth-pop, e a livello popolare loro sono soprattutto
questo.
Ovviamente a rendere ancora più unico il progetto ci ha pensato l’inconfondibile voce di
Dave Gahan, sin dai tempi di “Just can’t get enough”, il tormentone contenuto nel primo album, “Speak & spell”, pubblicato alla fine del 1981.
Quindi da “Spirit” potrà solo emergere la riconoscibilità di questa fantastica formazione. La dimostrazione è sicuramente il singolo di anticipazione, lanciato in radio il 3 febbraio scorso e battezzato “Where’s the revolution?”.
Una domanda esplicita e ricca di voglia di agire, di non restare fermi a guardare. Un’esortazione a riunire le forze per farsi valere, per non farsi più schiacciare dal sistema, per non farsi più persuadere fino allo sfinimento.
Il ritornello non è molto
gratificante:
“Where’s the revolution?
Come on, people!
You’re letting me down (Dov’è la rivoluzione?Forza, gente!/Mi state deludendo)”.
In termini di concretezza non so quanto queste parole riescano a scuotere le coscienze, ma io sono sempre dell’idea che sia meglio far sentire il proprio sgomento, la propria rabbia piuttosto che usare l’arma del silenzio. Non si può essere vittima degli abusi di potere. Bisogna reagire! E i Depeche Mode sembra che con questo brano ci vogliano aprire la mente, oltre che gli occhi, che spesso per paura preferiamo chiudere.
Siamo tutti curiosi di ascoltare l’intero album, il 14° in studio della band, a distanza di 4 anni dal precedente “Delta machine”, rimasto per diverse settimane in classifica e presentato live per un anno in tutto il mondo, facendo registrare inevitabilmente il sold-out dappertutto.
Vedremo se anche per il tour di “Spirit” sono previste date in Italia, come successo per l’album del 2013.
Per adesso cercate di dare anche voi un ascolto a “Where’s the revolution?”, il nuovo singolo dei Depeche Mode:
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