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Una al giorno ... 09/02/2017

  • Marco Zollo
  • 9 feb 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Una al giorno.. 09/02/2017

A cura di Marco Zollo

2°. Il rock dei Nickelback sta per tornare


Nel 2014 l’ultimo album “No fixed address”, un buon disco rock melodico. E adesso i Nickelback sono pronti per ritornare!


A gennaio 2017 hanno firmato un contratto discografico con la BMG Records per pubblicare il progetto in uscita: “Feed the machine”, distribuito nei negozi a partire dal 9 giugno.


Alla lista di quelli che ultimamente preferiscono pubblicare dei brani online senza passare anche dalle radio si aggiunge proprio questo gruppo.


Infatti il 1° febbraio è stata diramata esclusivamente in rete la canzone che anticipa il disco, dal titolo omonimo. L’ho ascoltata.


Una bomba! Si può dire?

Certo, il genere può anche non essere di vostro gradimento, ma bisogna riconoscere a questi musicisti che da più di 20 anni riescono sempre a schierarsi in prima linea per proporre qualcosa di fatto bene.

Per questo motivo la mia stima nei loro confronti è alta, perché fare musica non vuol dire uscire allo scoperto in ogni caso. Vuol dire aspettare il momento giusto per offrire la qualità.


“Feed the machine” è un brano stridente, in stile hard-rock. E penso che il nuovo CD potrà essere più potente nei suoni rispetto al precedente. La scelta di non affidare alle radio la promozione di questa canzone è comprensibile: non ci sono solo chitarre distorte ( se fosse così andrebbe benissimo per le radio di settore), ma c’è una durata che non si sposa bene con le programmazioni radiofoniche.

“Feed the machine” ci fa stare in giostra per 5 minuti. In giostra? Sì, davvero. Sembra di volare spinti da un motore di grossa cilindrata. Purtroppo però risulta un po’ troppo lungo il suo atterraggio.


Chad Kroeger & co. l’avrebbero dovuto abbreviare un po’ per rimanere nelle logiche

attuali di mercato.


Quanto interessa ai Nickelback stare nelle classifiche di vendita? Beh, forse non eccessivamente. E allora va bene, che continuino a scrivere e registrare quello che desiderano, senza pensare a nient’altro. Comunque, ripeto, i prodotti sono più che buoni.


Il testo del brano racconta di quanto il potere sia una messinscena, di quanto sia facile oggi idolatrare qualcuno soltanto perché fa belle promesse che poi non manterrà. Parole intrise di rabbia e di dolore per un mondo che sembra non sapersi più rialzare, che si fa abbindolare con facilità, per un mondo ipocrita e non meritocratico.


Testi come questo servono? Secondo me, sì. A cosa? A far risvegliare la gente che non deve pensare con la testa degli altri, ma che prima di tutto deve riflettere autonomamente, poi confrontarsi e solo dopo convincersi di attuare una qualsivoglia scelta.


Ora ci toccherà far passare qualche mese, sperando che nel frattempo vengano estratti nuovi brani dalla track listing di “Feed the machine”, il loro 9° album in studio. E noi… pazientemente aspetteremo.

Ma intanto… riascoltiamocelo il primo antipasto:

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