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Una al giorno.... 03/02/2017

  • Marco Zollo
  • 3 feb 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Una al giorno... 03/02/2017

A cura di Marco Zollo

1°. È tornato James Blunt! “Love me better” è il suo nuovo singolo

James Blunt. “Una garanzia del pop”, molti diranno. Beh, certo. Non si può dire altro, soprattutto se si guarda ai suoi numeri di vendita nel mondo (basti pensare agli oltre 23 milioni di copie dei singoli). È tornato, lo possiamo finalmente annunciare.


Era da 4 anni che non pubblicava un disco (e le tempistiche ci stanno tutte), ma, ascoltando il nuovo singolo che anticipa di quasi 2 mesi il quinto lavoro in studio, mi è sorta qualche perplessità.


Il 27 gennaio 2017 è sbarcato in tutte le radio del pianeta “Love me better”, l’antipasto di ciò che sarà, a quanto pare, l’album di inediti che uscirà il 24 marzo col titolo di “The afterlove”.


Si parla di amore, bene. Tanto ormai ci abbiamo fatto il callo a sentire sempre le stesse tematiche. Ma non è molto benefico per la musica rifarsi ad un modello stilistico appartenente ad un collega che, se comunque amico, rimane un rivale in classifica. Il mio riferimento è a Ed Sheeran, che ha scritto “Love me better” assieme a Blunt.


Lo stile di Ed Sheeran è diventato negli ultimi anni una formula vincente? Sicuramente.


È giusto che alcuni artisti emergenti si riconoscano nel suo modo di fare musica? Sì, non male.


È consentito a James Blunt di farsi scrivere un brano da Ed Sheeran senza metterci quasi niente del proprio? Preferisco di no.


Blunt ha già una sua personalità artistica, diversa da quella di Ed Sheeran. Due artisti così importanti nella scena mondiale non possono pensare di appiattirsi ad un solo suono di chitarra e ad un’unica pennata. Qualcuno mi potrà far notare che quel modo di pizzicare le corde è originale e riconoscibile. Beh, riconoscibile sì, ma nello stile di Ed Sheeran. Originale ormai per nulla.


James Blunt, dal mio modo di vedere le cose, non ha bisogno di stereotiparsi soltanto per recuperare qualche numero nelle classifiche, forse perso in tempi recenti. Capisco che per un artista sia una frustrazione dover accettare che ad un certo punto possano esserci altri musicisti che ti superano nelle vendite. Ma io penso che la musica sia una ruota che gira, una ruota della fortuna che ti agguanta quando vuole e ti vorrebbe lasciare sul più bello. Ma sei tu, nel caso di James Blunt, a rimboccarti le maniche e reinventarti. Lasciamo a Ed la sua identità e che James ritrovi la sua.


Insomma, ascoltando “Love me better” ho avuto l’impressione di un brano certamente radiofonico e al contempo di una forzatura di mercato che si sarebbe potuta evitare.


Ora non ci resta che sperare in un qualcosa di diverso per il disco in arrivo, “The afterlove”; un concetto che comunque porta bene.


Dopo l’amore… ci sarà qualcos’altro di cui parlare?


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