Sing Street (Recensione)
- Leonardo Bergonzoni
- 28 gen 2017
- Tempo di lettura: 2 min
Sing Street (Recensione)
A cura di Leonardo Bergonzoni
Se, come Conor, il protagonista del film, sei un teenager a metà degli anni '80 a Dublino non puoi fare a meno di vivere nel mito delle grandi band e dei cantanti che tra Londra e gli Stati Uniti si stanno affermando prepotentemente nelle orecchie di tutti e, grazie a MTV, da poco, anche negli occhi di tutti.
Duran Duran, A-ah, The Cure, David Bowie e The Clash sono solo alcuni dei grandi nomi della musica che fungono da colonna sonora delle giornate dei Dubliners (come direbbe Joyce) di quegli anni.
Conor è quindi un giovane adolescente, amante della musica che, a causa del difficile momento familiare, si vede costretto a trasferirsi in una scuola cattolica con rigide regole di comportamento e abbigliamento e si ritrova presto bullizzato non solo dai nuovi compagni ma anche dallo stesso preside della scuola. Però,per amore di una ragazza, Raphina, Conor decide di fondare una band, e questo sarà l'inizio del suo riscatto.
Voi potreste, giustamente, farmi notare che si tratta di una trama molto banale o del classico film da adolescenti, ma quanto appena descritto è solo l'inizio di una serie di vicende tra il tragico e l'esilarante che, soprattutto grazie alla musica, ti tengono incollato alla sedia per un ora e mezza.
Chi comanda, quindi, è la musica e lo fa anche grazie a brani originali, ognuno un piccolo capolavoro (vedi il video), che risultano un'ottima cornice a ciò che accade.
Oltre i tipici temi della famiglia, dell'amicizia e dell'amore, trattati comunque in maniera singolare, il film si concentra sul rapporto tra Conor e suo fratello maggiore, un rapporto descritto in ogni minimo particolare e che sembra tanto reale da farti sperare che gli attori siano davvero fratelli e che abbiano tutt'ora questo legame anche al termine delle riprese.
Questo dimostra la grande sensibilità e originalità del regista, nonché scrittore, del film, John Carney, che gioca ampiamente in casa (e si vede), essendo di Dublino lui pure ed avendo già girato il film romantico-musicale “Once”.
Infine a livello recitativo, non c'è una battuta ne uno sguardo fuori posto: gli attori, tutti adolescenti, potrebbero tranquillamente insegnare a recitare ad alcuni attori italiani adulti.
E, per certi versi, spero anche che inizino a farlo.
Film da vedere, e ascoltare, assolutamente.
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