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Una al giorno... 26/01/2017

  • Marco Zollo
  • 26 gen 2017
  • Tempo di lettura: 3 min


Una al giorno... 26/01/2017

A cura di Marco Zollo


2°. Il Secondary Ticketing non si arrende




Al 2° posto di questa prima settimana di Una Al Giorno metterò una notizia che ormai non è più tale. Lo sanno tutti, ormai. Lo sanno tutti che ci sono siti Internet che speculano senza pietà sui biglietti di grandi eventi live, anche musicali. Ma vediamo un po’ come è nato questo fenomeno e come stanno cercando di contrastarlo.


Il “secondary ticketing” sarebbe partito dall’idea di fermare i teppisti negli stadi per evitare interruzioni inutili e dannose durante le competizioni calcistiche.


Come è stato pensato questo sistema di “bagarinaggio 2.0”?


È semplice. Basta mettere in vendita a prezzi maggiorati i biglietti dei circuiti primari, autorizzati in questo commercio. Allora, già da come è sorta questa idea ci sarebbe da fare qualche riflessione. Prima di tutto: dove sono le prove che la gentaglia non riesce comunque a recuperare biglietti dai prezzi esorbitanti?


La pratica di secondary ticketing da qui ha cominciato a prendere piede coinvolgendo anche il settore della musica dal vivo. Noi ne siamo venuti a conoscenza lo scorso novembre grazie a Mediaset con un servizio di Matteo Viviani de Le Iene. La cosa preoccupante è che si scoprì che Live Nation, una fra le più importanti aziende della vendita legale di biglietti, aveva stipulato un accordo con i siti non autorizzati, secondo il quale questi avrebbero potuto, come poi è accaduto nel 2016 con il caso dei concerti italiani dei Coldplay e di Bruce Springsteen, immettere sul mercato biglietti con costi talvolta triplicati rispetto al prezzo base, giocando sulla non curanza di buona parte degli spettatori, disposti a tutto pur di assistere al live di questo o di quell’artista. La convenzione prevedeva che il 90% degli incassi sul secondary ticketing sarebbe poi finito nelle tasche di Live Nation. Immediatamente sono scattati provvedimenti di sanzione ai danni di Live Nation e una dura presa di posizione di alcuni cantanti italiani associati all’azienda (Giorgia, Tiziano Ferro, Marco Mengoni…), mentre Vasco Rossi ha deciso proprio di chiudere i rapporti con essa.


Lo scalpore di questa notizia ha interessato molti, e fortunatamente non è rimasta indifferente ai nostri politici. Infatti il 24 novembre 2016 Dario Franceschini ha trasmesso alla Camera un emendamento per la legge di stabilità al fine di bloccare a dovere le operazioni illegali sulla vendita dei tickets. Il 7 dicembre seguente è arrivata l’approvazione del Senato. Ora però si dovrà aspettare un decreto attuativo che potrebbe tardare a causa delle precarie condizioni del governo di Paolo Gentiloni.


Nel frattempo (e chissà quanto tempo dovrà passare) in Italia si continuano a registrare casi del genere: l’ultimo risale al 20 gennaio, quando TicketOne, il sito più noto per la vendita legale, ha scoperto e ritirato circa 1.000 biglietti al secondary ticketing per i due concerti-evento degli U2 allo Stadio Olimpico di Roma i prossimi 15 e 16 luglio. I biglietti sono stati reinseriti su TicketOne il 23 gennaio.


Ma non solo l’Italia è coinvolta nel mercato di seconda mano: ad esempio, l’11 gennaio è stato diramato un comunicato secondo il quale l’agenzia di management di Robbie Williams, la Ie-Music, situata nel Regno Unito, avrebbe agito seguendo le orme di Live Nation. Ovviamente, finché non si riusciranno a trovare soluzioni politiche adeguate per sradicare il potentissimo fenomeno, continueranno ad esserci speculatori e gravose truffe nei confronti degli acquirenti. E l’acquirente non è giustificato: ricordate bene che se vi rivolgete ad un sito di secondary ticketing sarete accusati del reato di favoreggiamento per un’azione illegale. Il consiglio è quindi di informarvi bene su quali siano i punti vendita online più consoni alle vostre scelte.

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