Una al giorno... 25/01/2017
- Marco Zollo
- 25 gen 2017
- Tempo di lettura: 3 min
Una al giorno... 25/01/2017
A cura di Marco Zollo
3°) Cosa sta succedendo fra Il Volo e Vittorio Sgarbi?
Siamo già sul primo podio di Una Al Giorno.
Oggi parliamo di due mondi solitamente lontani che in questi giorni si stanno duramente scontrando su un tema che a noi appariva di seconda mano… Invece pare di no.
Da una parte Vittorio Sgarbi, dall’altra… Il Volo!
Il dubbio che sta attanagliando Sgarbi è se i tre ragazzi de Il Volo siano stati realmente invitati al cosiddetto “Inauguration Day” del 20 gennaio, per l’insediamento ufficiale di Donald Trump alla Casa Bianca come 45° Presidente degli Stati Uniti d’America. Non solo. L’opinionista e critico d’arte ha mostrato interesse nel comprendere a fondo le motivazioni che avrebbero spinto i cantanti a rifiutare la proposta di Trump, scelta alquanto priva di logica, fatta eccezione per una motivazione che per assurdo potrebbe coinvolgere il terremoto in Abruzzo del 18 gennaio.
Come mai?
Gianluca Ginoble de Il Volo avrebbe rilasciato un’intervista secondo la quale lui si sarebbe dovuto trovare all’Hotel Rigopiano di Farindola, in provincia di Pescara, proprio durante l’impatto con la pesantissima slavina, staccatasi dal Gran Sasso in seguito al terremoto, quella slavina che ha abbattuto il famosissimo albergo. Nel caso in cui il gruppo sia stato davvero invitato da Trump alla grande cerimonia di venerdì scorso possiamo dedurre che in ultim'ora sia stato poi risoluto nel disdire la partecipazione per rimanere vicino in particolare al gestore dell’hotel Roberto Del Rosso, amico di Ginoble e ancora fra i dispersi. Certo, se fosse così sarebbe un gran bel gesto di umanità da parte de Il Volo. Ma… non sembra troppo poco?
Sgarbi, che non ama tenersi tutto dentro, ne ha approfittato per dire la sua, complice anche il poco apprezzamento che riserva nei confronti della musica dei tre. Avrebbe potuto evitare questo scontro? Sì, certamente. Ma in fondo ci ha fatto riflettere su un aspetto che spesso si dimentica: l’umiltà di essere artisti.
È vero, Robert Allen Zimmerman, ad esempio, è diventato il mitico cantautore Bob Dylan senza mai dimostrare doti di modestia. Cosa che, diversamente da molti, non tollero, perché la musica è nata come una forma d’arte semplice, e non come un modo per costruire muri fra le persone. Bob Dylan è stato aiutato dal fatto che scriveva delle poesie irripetibili. Ma se Il Volo, come sostiene Sgarbi su Facebook, ora è preoccupato del suo destino “per aver dichiarato una clamorosa bugia”, lo scenario cambia: ne verrebbe meno la fiducia nei confronti di Barone, Boschetto e Ginoble da parte dell’Italia, Paese dove hanno sempre fatto più fatica a vendere i dischi rispetto all'America.
Qui però la vicenda è soprattutto americana!
Se Trump confermasse che non c’è mai stata una chiamata per Il Volo da parte degli organizzatori dell’Inauguration Day, tesi già verificata dal critico tramite il Consolato Generale USA di Milano, e se quindi le ugole avessero voluto prendere la palla al balzo per farsi pubblicità e per provocare l’invidia dei colleghi, ne risulterebbe con molta probabilità un disprezzo anche da parte degli ammiratori transatlantici.
Ma Sgarbi vuole la verità. È molto curioso di sapere come va a finire… in tribunale. Eh, sì, proprio lì, perché Il Volo su Facebook, in un post ormai cancellato (strano, vero?) diceva di aver provato disgusto nel leggere determinate accuse e di voler passare ad una querela immediata.
Ecco, ma chi vincerà questa battaglia? Lo sapremo presto.
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