Una al giorno... 23/01/2017
- Marco Zollo
- 23 gen 2017
- Tempo di lettura: 2 min
Una al giorno... 23/01/2017
A cura di Marco Zollo
5° ) Fedez attore in “Un passo dal cielo 4”

È diventata ormai una famosa fiction di RaiUno. In questo nostro lunedì d’inaugurazione, mi piace aprire parlando di uno dei personaggi musicali che in Italia fa più discutere. La notizia non è certo fondamentale, ma ha comunque il suo perché.
Con Terence Hill, che ora ha lasciato il posto a Daniele Liotti, “Un passo dal cielo” aveva già conquistato ampiamente il consenso dei telespettatori. Pertanto non ho ancora ben capito la scelta del regista Enrico Oldoini di chiamare Fedez ad interpretare se stesso. Una scelta forse dettata dai bassi ascolti della stagione precedente? Francamente, non credo. Una spietata concorrenza ad altre fiction di altre reti? Non ce ne sarebbe il bisogno. L’idea di avvicinare i teenager al piccolo schermo? Dato che la Rai ci tiene a proporre sempre qualcosa di “family friendly”, cioè storie in cui possano sentirsi coinvolte un po’ tutte le fasce d’età del pubblico, mi sembra una supposizione improbabile.
A questo punto, potrei pensare che prima o poi, se in Italia sono arrivati alla recitazione esponenti della musica come Fedez, Gianni Morandi ed Elisa, sarà ben presto il turno di altri rapper o cantanti.
L’Italia è criticata dagli italiani per non essere quasi mai se stessa, e questa volta è proprio il caso di dirlo: il modello preso ad esempio è americano, come spesso capita. È vero. Sembra così che il nostro Paese sia a corto di idee. Ma mi fa male pensarlo, soprattutto alla luce della valanga di eccellenze di cui possiamo disporre in campo artistico (chi ha detto che recitare non è propriamente fare arte?). Anche se contrario all’emulazione della cultura americana, posso trovare una spiegazione alla scelta di far diventare un cantante attore, come succede nel costume d’oltreoceano: in fondo, interpretare una canzone è prima di tutto metterci anima, sentimento. E questo è quello che si fa recitando. Quindi per chi rappa o per chi canta non dovrebbe essere estremamente difficile. È più appropriato parlare di ruoli che si interpretano; il Fedez della pellicola di RaiUno mi ha colpito per essere poco costruito rispetto al personaggio a cui siamo abituati, con l’unica differenza che vengono messi in risalto atteggiamenti del rapper meno nervosi del solito, e questo è un bene.
Nella prima puntata della nuova stagione di “Un passo dal cielo” Fedez, che il 20 gennaio ha pubblicato l’album di inediti “Comunisti col Rolex” assieme al suo socio e amico J-Ax, mi aveva colpito di più rispetto al seguito, complice forse l’aria di novità. Successivamente, a partire dalla seconda puntata, ho cominciato ad avvertire la parte del rapper meno interessante, perché era decaduta un po’ la curiosità nella conoscenza di un personaggio così identico alla realtà.
Appare secondo me più accattivante quando tutti gli attori si prestano alla finzione, come in sostanza vorrebbe una fiction, e quando riescono a trovare un giusto equilibrio fra la coerenza nel vestire i panni di un soggetto simile alle proprie caratteristiche e il distacco necessario per non essere in finzione ciò che si è nel quotidiano.
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